sabato 17 gennaio 2009

Uno sguardo d'insieme sulla classificazione alberghiera in Europa


Allo stato attuale siamo molto lontani dall’omogeneizzazione dei vari sistemi d’attribuzione del rating. Ci sono paesi, come l’Italia e la Spagna, che demandano alle regioni il compito di legiferare in materia turistica (decentramento legislativo), e ciò non sempre ha conseguenze positive, infatti, vi è una sostanziale differenza tra le due realtà: in Italia ogni regione ha adottato dei sistemi diversi che rendono molto frammentata la metodologia di classificazione, in Spagna, invece, le varie autonomie regionali hanno adottato dei sistemi di attribuzione del rating molto simili.

Ci sono, poi, paesi come Francia e Portogallo che hanno optato per un sistema di classificazione centrale, paesi che hanno affidato ad enti misti questo compito come il Regno Unito e altri che, come Svezia e Danimarca, condividono lo stesso sistema . Particolare è il caso della Finlandia che non prevede alcun sistema di classificazione. Andando nel particolare questa è la situazione nei più importanti paesi europei.

3. Spagna

Secondo il Regio decreto 1634/83 sono le autorità regionali che hanno il compito di regolamentare la classificazione alberghiera. Lo stesso decreto, tuttavia, stabilisce dei criteri minimi e alcune disposizioni a cui le strutture alberghiere devono sottostare, come per esempio i sistemi di sicurezza, l’obbligo di esporre i prezzi massimi del servizio e quelli dei servizi extra. Nonostante la classificazione alberghiera sia decentralizzata, questo non compromette l’omogeneità dei sistemi di attribuzione delle “stelle”, poiché le varie regioni hanno adottato dei criteri di assegnazione molto simili. E’ inoltre previsto un sistema di controllo, svolto da ispettori istituiti da ogni Governo Autonomo.

4. Portogallo

Dispone dal 1954, di un sistema di classificazione creato dalla Segreteria Statale del Turismo in collaborazione con la Giunta Direttiva del Turismo, entrambe operanti all’interno del Ministero dell’Economia. L’attuale sistema è regolato dalla legge n. 167/97, che dispone le linee guida della valutazione della qualità per l’assegnazione della qualifica. La normativa è erogata dagli enti statali sopra citati; è previsto, inoltre, un piano di controlli annuale che avvengono previo appuntamento. Il sistema appare molto semplice ma efficace; è, infatti, prevista una griglia dettagliata di requisiti riferibili a ogni categoria.

5. Regno Unito

Come in Spagna e in Italia, anche nel Regno Unito si è scelto, inizialmente, un sistema regionale della classificazione alberghiera. Solo due anni fa fu adottato un sistema di controllo comune, il “National Standards of the quality Assurance”, favorito dal governo nazionale con la partecipazione dei Tourist Board delle varie regioni. Il sistema si basa su una stringente valutazione oggettiva e analitica in base ad una moltitudine di parametri. Alla base di questo processo vi è il cliente, perché, in modo indiretto, è colui che ha dettato i parametri, i quali sono a loro volta atti a garantire una più grande correlazione tra “stella” e qualità effettiva.

6. Danimarca

Nel 1997, partendo da uno studio di mercato realizzato per conoscere le necessità dei consumatori danesi, si arrivò alla nascita del sistema di classificazione nazionale, creato dall’“Horesta”(Associazione danese degli hotel, ristoranti e industria del turismo), mandataria dell’analisi di mercato, e da tre rappresentanti del Ministero del turismo. Quindi la principale necessità, che lo stato danese e gli imprenditori turistici hanno voluto soddisfare, è stata la difesa degli interessi del consumatore e non l’accrescimento della qualità delle strutture ricettive

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